Il Cervello può modificare i batteri intestinali in poche ore

I segnali neurali sono capaci di alterare la composizione dei batteri dell'intestino.

Sappiamo da tempo che i batteri intestinali sono in grado di influenzare la funzionalità cerebrale e quindi anche l'umore delle persone ma è vero anche il contrario, il cervello e quindi la Mente può modulare direttamente, tramite l'epigenetica, la composizione del microbiota dell'intestino.

 Lo studio appena pubblicato su Nature Metabolism (https://www.nature.com/articles/s42255-025-01280-3) dimostra che i segnali neurali riescono ad alterare la popolazione di batteri che colonizzano il tratto digerente in poche ore quindi piuttosto velocemente. 

Una delle ipotesi sul perche' avvenga questo meccanismo è che esso rappresenti un vantaggio in quanto sia utile a preparare il microbiota ai processi digestivi.

In alcune aree dell’intestino dei topi sottoposti a stimolazione neurale relativa l'ipotalamo deputata a gestire il senso di fame/sazietà, i ricercatori hanno osservato un cambiamento molto significativo di specifiche famiglie di batteri intestinali, accompagnato da un aumento significativo della diversità microbica. 

Questo fenomeno è risultato particolarmente evidente nel duodeno, ovvero nella parte finale dell’intestino tenue: nei topi trattati con tecniche chemogenetiche, il microbiota, gia' due ore dopo l’attivazione, mostrava una varietà cinque volte superiore rispetto a quella osservata nei topi del gruppo di controllo.

Anche quando gli stessi neuroni dell’ipotalamo sono stati inibiti, si sono verificate alterazioni nella composizione del microbiota. In alcuni tratti dell’intestino e in diversi momenti dell’esperimento (dopo 2 o 4 ore), specifiche famiglie batteriche si sono ridotte fino al 99%.

Gli studiosi ipotizzano che questi effetti siano guidati da ormoni coinvolti nella regolazione dell’appetito. L’iniezione di ormoni che alterano l'appetito (leptina e grelina) direttamente nel cervello dei topi ha infatti attivato la cascata di modificazioni del microbioma.

In appena 2-4 ore, alcune popolazioni batteriche sono cresciute o diminuite in modo molto marcato, con variazioni che dipendevano dalla zona intestinale analizzata.

Il cervello, e quindi la mente, sono dei fattori particolarmente importanti da considerare, oltre a tutti gli altri gia' ampiamente conosciuti (dieta, attività motoria, ambiente fisico-chimico, ecc.) in grado di influenzare il microbiota e quindi la varietà dei batteri nell'intestino. 

Il dott. Massimo Agnoletti ed il prof. Alessio Fasano (Harvard Medical School) hanno infatti proposto l'Effetto Imbuto del Microbiota proprio per evidenziare questa dinamica convergente ed in parte indipendente di molti fattori nei confronti del Microbiota.

Se sei interessato l'articolo in italiano dell'Effetto Imbuto del Microbiota lo trovi qui:

https://massimoagnoletti.it/effetto-imbuto-del-microbiota/

Qui invece trovi un video dedicato all'Effetto Imbuto del Microbiota:

https://www.youtube.com/watch?v=IKC29PYsLoE


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